Fra le notizie della settimana appena trascorsa che mi sono giunte dalla TV mi e` particolarmente rimasta impressa quella dell'arresto di "mamma truffa". Piu` volte ho riflettuto sull'argomento, quello dello sfruttamento economico della credulita` altrui; e sono giunto a conclusioni abbastanza diverse da quelle che sembrano ispirare una certa TV di denuncia che tanto consenso pare raccogliere presso il pubblico. Ma stavolta ho sentito un forte impulso a dire la mia, a seguito di un'intervista divulgata, mi pare di ricordare, dal TG1 la sera del 15-01-2004. L'intervista si concludeva con un uomo in divisa, nel mio ricordo un carabiniere, che affermava, opportunamente sollecitato dall'intervistatrice, che "mamma truffa" spacciava acqua del rubinetto per acqua santa. Per me e` evidente il tentativo dell'intervistatrice, nell'indurre il carabiniere ad affermare "diceva che era acqua santa invece era acqua del rubinetto", di suscitare nello spettatore una forte indignazione. E` triste notare come le tattiche che alcuni "professionisti" della TV adottano per farsi largo ormai anche nel mondo dell'informazione riescano a trovare complici, nelle loro bassezze, anche fra le autorita`. Quella frase e` infatti secondo me emblematica di come il tentativo di contrastare fenomeni critici di credulita` impartendo delle lezioni morali non possa che rivelarsi vano. Tanti ormai in TV si "preoccupano" delle nostre debolezze nel distinguere il bene dal male; e si "adoperano" per aiutarci dispensandoci consigli che, guarda caso, giustificano il loro modo di agire e condannano quello altrui. Non con argomentazioni razionali quindi ma profittando a loro volta di quelle stesse debolezze. Certo nessuno in TV si preoccupa di spiegare che di fronte a due contenitori d'acqua e` impossibile dimostrare, con qualsivoglia analisi, se e quale dei due contiene acqua santa e che di conseguenza nessuno puo` essere danneggiato dall'essere indotto a scambiare una cosa per l'altra o incriminato per indurre altri nell'"errore". Credo che neanche un prete, con buona pace della giornalista TV e del carabiniere, si sforzerebbe di sostenere che l'acqua santa non proviene di fatto da un qualche rubinetto. Riconosco a chiunque la liberta` di credere che l'acqua santa abbia su di se` effetti che l'acqua non santa non ha. Tuttavia, poiche` cio` non e` scientificamente dimostrato (anzi e` dimostrabile il contrario), non credo che chicchessia abbia il diritto di trovare nella legislazione un riscontro ad un suo tale credo, vincolante per gli altri. Ovvero il problema di distinguere l'acqua santa da quella che non lo e` e` un problema suo non della societa`. Se invece si sostiene, piu` genericamente, che la truffa consista nell'attribuire all'acqua santa proprieta` che non ha allora anche i preti sono dei truffatori. Ed e` proprio questo il punto; o si condannano tutti coloro che spacciano per vere cose non scientificamente dimostrate oppure tale "spaccio" non puo` essere considerato un reato (a parte i casi in cui la veridicita` della dichiarazione e` un obbligo naturalmente). Nel primo caso pero` dovremmo denunciare come illecite tante propagande politiche o attivita` pubblicitarie. Perche` se anche l'entita` del danno puo` essere una discriminante per distinguere un caso di truffa da uno che non lo e` non possiamo certo non rilevare che intascare tanti milioni sfruttando "pesantemente" la credulita` di pochi non e` meno grave che instascare gli stessi milioni sfruttando "leggermente" la credulita` di molti. La soluzione ovviamente non puo` essere quella di riscontrare un reato in qualunque affermazione non scientificamente dimostrabile. La soluzione e` far sviluppare nelle persone l'attitudine a ragionare, a valutare le cose (e la credibilita` degli interlocutori) con la propria testa; compito questo che spetterebbe, secondo me, ai genitori e alla scuola. Ma non mi pare che la riforma della scuola sia incentrata sull'assolvimento di tale importantissimo compito. Del resto che interesse avrebbero, i politici gia` al potere, a far maturare le persone in un modo che ridurrebbe drasticamente l'efficacia della loro propaganda? E i "giornalisti della suggestione" che fine farebbero? E quale sarebbe la sorte delle trasmissioni "di denuncia" alimentate dagl'introiti pubblicitari? Comunque non e` un caso che la maggior parte delle vittime delle truffe in questione siano persone abituate sin da piccole a credere fermamente alle cose piu` assurde. Ma nessuno dei soggetti citati denuncia questa triste realta`; ci evitassero almeno l'ipocrisia di venirci a dare lezioni di morale basate sui loro interessi. Ad ogni modo, pur nell'eccessivo sensazionalismo, qualcosa di buono accade. Nel senso che sarebbe meglio che il falso non occupasse tutto il tempo che occupa in TV, ma dal momento che cio` accade per tutta una serie di perversi meccanismi non mi dispiace constatare che, spesso per effetto degli stessi, svariate trasmissioni sono impegnate a dimostrare vicendevolmente tutto il marcio che c'e` dietro. Del resto, al di la` di quanto enfatizzato dal TG1, mi pare che l'azione penale in tali casi eclatanti sia, per fortuna o per merito dei magistrati, incentrata su ben piu` oggettive contestazioni di di frode fiscale o estorsione; almeno fino a quando la magistratura stessa non sara` costretta a ricorrere a finanziamenti derivanti dalla pubblicita` nelle aule dei tribunali o a dichiarazioni come "il seguente verdetto e` offerto da..."! ---------------------------------------- Saturday, 28 July 2001 17:53 relazioni sociali: umore 94 Ab-uso del-la -c-red-ul-ita` p-o-polare ahime` quanti sono coloro che non godendo abbastanza dell' esserne vittima nell' esserne contemporaneamente complici cercan' decoro ----------------------------------------